Storia,  Storia d'Italia

Appunti di Storia dell’Italia moderna

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Al suo scoppio, la Rivoluzione Francese può contare, nella penisola italica, sull’appoggio materiale – e soprattutto sul coinvolgimento intellettuale – di numerosi sostenitori. Malgrado la rigida censura in atto e i severissimi controlli imposti dai sovrani degli stati italiani, le notizie degli avvenimenti in corso e soprattutto le nuove idee rivoluzionarie provenienti da Parigi, si diffondono infatti in modo capillare ed inarrestabile.

Fino a dar vita, in modo quasi – spontaneo, a gruppi di giacobini ben intenzionati a radicare anche nella penisola quegli ideali di “libertà, eguaglianza e fraternità” che i rivoluzionari parigini andavano propugnando. Presenti su tutto il territorio, questi “congiurati” non sono parte del popolo ma appartengono per lo più a quelle classi urbane – borghesi di intellettuali e di professionisti che già si erano formati e sensibilizzati agli ideali di “libertà, eguaglianza e fraternità” maturando le idee dell’Illuminismo.

Nel biennio 1792-1793 questi gruppi passano alle vie di fatto ed organizzano, in diverse regioni della penisola insurrezioni. Purtroppo, sia per l’inevitabile scarsità dei mezzi che per l’oggettiva inadeguatezza dell’organizzazione, queste congiure vengono tutte scoperte e, in modo inevitabile dati i tempi, si concludono con condanne a morte.

Non per questo il programma dei giacobini italiani, tra i quali spicca la figura di Filippo Buonarroti, recede. Malgrado le dure persecuzioni in atto, esso inizia infatti ad affrontare alcuni dei problemi che risulteranno centrali nella prima metà dell’Ottocento e che daranno in seguito vita al Risorgimento Italiano. Essi riguardano innanzitutto la difesa delle libertà democratiche ed il problema dell’unità e dell’indipendenza nazionale. E poi, in una forma inscindibile, al fine di ricondurle ai valori fondanti della repubblica e alla democrazia, coinvolgono l’istruzione e l’educazione delle masse contadine e proletarie. Problema non ultimo è infine l’esigenza di rinnovare, dalle fondamenta ed in modo conseguente ai nuovi principi elaborati, tutte le forme tradizionali della cultura e della vita civile.

Nell’immediato, all’indomani del Termidoro, per la Francia il problema più urgente, di natura strettamente militare, è costituito dalle possibilità di espansione consentite sul territorio europeo. Prontamente coalizzatesi, le potenze straniere sono infatti seriamente intenzionate ad impedire la diffusione di quelle genti d’arme che, ancor delle stesse baionette di cui si servono per seminare la morte, sono temibili e perniciose per gli ideali che possono veicolare in ogni remoto angolo d’Europa.

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